I Vini

COLLIO FRIULANO

Quando il 23 luglio del 1981 mio padre morì, l’uva era già grossa e di lì a qualche giorno avrebbe iniziato a tingersi del suo colore. Quella era la mia uva, la stessa che per la prima volta mi lasciarono pigiare azionando la manovella della pigiatrice di ghisa del nonno all’età di sei anni, facendomi così sentire grande. Non avevo pensato che il piccolo podere era coltivato quasi interamente a tocai e questo poteva rappresentare un problema ...leggi tutto...

COLLIO MALVASIA

LaMalvasia. Non saprei che immaginarlo al femminile il sostantivo che designa questo vino gentile e suadente.
Il nome di genere femminile è frutto sicuramente del caso. Si dice provenga da un’antica località della Grecia, portata in epoche remote dai Veneziani in Friuli e in Istria, donde l’aggettivo di “Istriana” che contraddistingue il vitigno dalle tante altre malvasie molto diverse fra loro presenti nei vigneti italiani ...leggi tutto...

COLLIO STUDIO DI BIANCO

Il Lunedì dell’Angelo 1989, quando definii l’acquisto dei cinque ettari del podere sito sul versante a Sud-Est della collina di Ruttars, avevo la premonizione d’un qualcosa d’importante. Giorgio, il viticoltore precedente proprietario che dissodò il terreno strappandolo al bosco (racconta che per comprarsi il primo badile chiese un prestito alla Cassa di Risparmio) vi aveva piantato diverse varietà di uva bianca ...leggi tutto...

COLLIO CHARDONNAY

Fintanto che nel 1987 non acquistai il podere di Ca’ della Vallade, l’idea di “terroir” restava per me una parola seducente, ma senza spessore. Prima d’allora avevo lavorato solo uve provenienti dal versante a Sud-Ovest della collina che dal Colle di S. Giorgio a Brazzano segue con il Quarin verso Cormòns. Ricordo l’apprensione con cui cercando conferme sull’investimento fatto m’accostai ai vini nuovi ...leggi tutto...

COLLIO SAUVIGNON

Il vitigno pare sia giunto dalla Francia nell’800. E’ curioso quanto siano scarse le notizie circa i vitigni coltivati in epoche passate. Nei documenti ricevuti dal passato vi si trovano citati i nomi dei vini, raramente quelli dei vitigni. Una leggenda narra che il sauvignon sia giunto in seguito ad un matrimonio fra una nobildonna locale e un conte francese. Mi piace pensare a un regalo a suggello d’una storia d’amore ...leggi tutto...

COLLIO ROSSO & ROSSO DELLA CENTA

Il Rosso della Centa è un merlot in purezza che nasce da un piccola vigna situata sul versante esposto a Sud-Ovest della collina di San Giorgio a Brazzano. L’appezzamento, coltivato a uva nera che si estende complessivamente per ca. un ettaro, è in buona parte coltivato a merlot. In questo splendido podere il terreno è quello del Collio, nato dalla disgregazione degli strati di marna e arenaria che, alternati, costituiscono la roccia madre delle nostre colline ...leggi tutto...

MILLEPONCHE

50 milioni di anni fa ove ora si ergono le colline della ponca c’era il mare. Una laguna non troppo profonda sul cui fondale si formò il complesso di rocce sedimentarie noto col nome scientifico di flysh di Cormòns. Una formazione geologica originale che alterna strati di marna e arenaria sovrapposti e alternati disposti in pacchetti di uno spessore che oscilla da pochi centimetri fino a diversi decimetri; da cui un terroir da vino forse unico al mondo. ...leggi tutto...

MILLEUVE

Il vino non nasce per una scelta commerciale, ma da un’esigenza tecnica che è conseguenza di una filosofia aziendale che riguarda l’intera produzione di Borgo del Tiglio: quella di portare al consumatore la massima espressione del vitigno e del vigneto. Nel concreto ciò significa che le vigne sono vinificate separatamente. Dai lotti tenuti separati durante l’affinamento vengono selezionate le botticelle che andranno a comporre le linee superiori. Dunque, il vino che per ragioni pratiche nel corso delle lavorazioni non è possibile tenere separato, e poi quello che rimane dopo le selezioni, è preso come base per la cuvée del Milleuve. ...leggi tutto...

CONTRADA TENNA

Nel 2000 mi recai nel Piceno, Marche, per studiare una tecnica d’innesto. Così che seppi dell’esistenza di una proprietà abbandonata i cui proprietari stavano alienando le terre.

Fu un colpo di fulmine. In realtà ciò che mi colpì, oltre la bellezza dei luoghi, furono più che i pregi, gli apparenti difetti del Montepulciano. Mi chiedevo se un vino tanto denso e ricco poteva divenire anche elegante. Era tornare indietro negli anni, una nuova sfida come quella già affrontata con il tocai (Friulano): trasformare il grosso in fine, la violenza in forza ...leggi tutto...